sabato 12 maggio 2018
Gli studenti di un gruppo di lavoro, l'Ogie, cioè Osservatorio Germania_Italia_Europa, dell'università Lumsa di Roma, hanno presentato un Appello ai cittadini europei, agli Stati membri, ai rappresentanti delle istituzioni europee, «perché preoccupati dell'avvenire dell'Unione, del nostro futuro e di quello delle generazioni che verranno». «Il progetto di pace, prosperità, democrazia e unità, fondato sulla condivisione dei valori difeso e sostenuto dai Padri fondatori e dagli artefici del processo di integrazione europea, appare oggi in pericolo – scrivono –. Forze centrifughe minacciano di demolirlo, cancellando le conquiste e i successi finora raggiunti». Cosa è successo ci chiediamo noi che dei problemi europei sappiamo ben poco o seguiamo con interesse sbiadito quasi non fosse cosa nostra? Oggi siamo in un'Europa dove i confini diventano di nuovo una difesa e dove l'idea di unità non suscita più l'antico entusiasmo né promuove una coscienza comune. Mentre nel Trattato di Maastricht del 1992 si era cercato di delineare una identità europea non come sintesi di singoli Stati membri, ma come processo di integrazione fondato sui principi comuni, oggi avvertiamo un progressivo allontanamento, quasi una sfiducia verso le istituzioni europee. Vi è una crisi di identità in Europa. Forse portata dalla crisi economica e dai nuovi flussi migratori interpretati in modo diverso dai Paesi. Negli ultimi anni, una relazione del gruppo di lavoro dell'università ha registrato «una disaffezione verso i tradizionali meccanismi della democrazia rappresentativa a livello europeo». È evidente nella nostra vita di tutti i giorni come non ci sia quasi mai un discorso sulla Unione e che il distacco dei cittadini dalle istituzioni europee sia evidente. Le elezioni europee vengono considerate come una sorta di elezioni nazionali dove i partiti politici di ogni nazione cercano il consenso dei propri elettori e si confrontano su problemi di livello nazionale. Questo pensiero viene indicato dal gruppo di questi giovani studenti che studiano i problemi d'Europa con tanto interesse e forse con sofferenza riguardo al loro futuro assistendo alla crescita di correnti euroscettiche e antieuropeiste.
Il gruppo di lavoro dell'università Lumsa affronta con vivacità di giudizio anche i rapporti tra l'Unione europea e l'Africa. Il rapporto con gli stati Africani, dice la relazione, si rivela importante per la capacità della nostra unione di contribuire alle condizioni di sviluppo economico di questi paesi. Interessanti sono le proposte per affrontare i problemi di interesse comune come la gestione dei flussi migratori, e la revisione della politica di cooperazione. Viene proposto tra l'altro di istituire una commissione speciale che abbia il compito di seguire con attenzione il rispetto sul territorio della democrazia, dei diritti umani, e della “rule of law”. Ai giovani non mancherà la fiducia e la speranza.
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