giovedì 2 luglio 2020
Rimbalzi di vita. Ieri (“Italia Oggi”, p.9) Carlo Valentini tra notizia e ironia: «Il cardinale alla Festa dell’Unità». La notizia è che “don Matteo”, oggi arcivescovo di Bologna e cardinale Zuppi, anche quest’anno sarà ospite invitato alla Festa. Sebbene “L’Unità” non ci sia più, ci sarà lo stesso tanta gente: anche per lui. Questa la notizia, ma l’ironia arriva subito: «Qualcuno in curia storce il naso». Sarà vero anche questo “storcere” di naso? Leggo con interesse. Lì sopra campeggia anche un giudizio di Andrea Orlando, uomo politico noto che definisce così il cardinale: «È un punto di riferimento politico»! Che dire? Due piccole cose. La prima è che questa definizione non mi trova d’accordo. Così «punto di riferimento politico» suona più che come un elogio quasi come un addebito, e sono certo che “don Matteo” non vuole esser questo: ha ben Altro da fare e da dire! Lui è un prete, un vescovo, un servo del Vangelo e del Popolo di Dio che vive a Bologna e certo non parla e non parlerà “per politica”. La seconda cosa che mi viene in mente è un ricordo. Tanti anni or sono, mi pare fosse a fine anni 70 – ma conservo ancora il manifesto programma – fui invitato a San Polo d’Enza a parlare a una piazza riempita da 5mila persone dell’allora Pci di Enrico Berlinguer e il suo segretario, Tonino Tatò che mi conosceva molto bene mi esortò al microfono con queste parole: «…parlaci di Gesù!». Ci ripenso, e mi viene da sorridere… Quella sera parlai solo di Gesù! Qualche “naso” si storse anche allora. L’occasione di parlare di Gesù capitò altre volte, e spesso qualcuno, poi, magari riaccompagnandomi in auto manifestò il desiderio di tornare anche a ricevere i sacramenti, cominciando subito dalla “Penitenza”. Auguri a “don Matteo”! Quella “Unità” non c’è più, ma ogni giorno è festa dell’annuncio!
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