sabato 21 novembre 2009
Trento. In una splendida sala del migliore albergo della città, i tavoli per la cena erano preparati con eleganza discreta. Si inaugurava quella sera la nascita della Associazione Amici della Fondazione trentina per la Ricerca sui tumori. Una associazione questa che risale a ventisette anni fa quando si decise di portare avanti la ricerca scientifica contro questo male che sotto tante forme ha invaso il mondo. Chi non ha infatti nella propria famiglia o tra le conoscenze qualcuno colpito da questa malattia alla quale spesso non si osa neppure dare il suo vero nome? E se siamo portati a proclamare che ancora non si è raggiunta la soluzione delle ricerche, non dobbiamo dimenticare che molte delle sue forme sono state fermate sul nascere e che altri lavori hanno portato a conoscere con maggiore profondità quel mistero che è il nostro corpo e a trovare soluzioni per altri mali.
Tra i promotori di quella sera il professor Valdagni ricordava come, giovanissimo medico, aveva suggerito alla signora Francesca De Gasperi, moglie dell'allora presidente del Consiglio, a farsi promotrice per la prima installazione in Europa, nell'ospedale di Borgo Valsugana, della cosiddetta «bomba al cobalto». Svolta decisiva nella cura dei tumori. Se vogliamo che anche nella nostra regione trentina si preparino giovani scienziati e sia possibile inviare nelle stazioni di ricerca degli altri paesi chi ha probabilità di lavorare con qualche successo nel campo contro i tumori dobbiamo cercare, anche in un momento di difficoltà economiche, di guardare più avanti al nostro tempo ed aprire la mano, anche con poco, al generoso sforzo di questo gruppo di Amici che si sono proposti un così alto compito.
È anche questa una sfida che la vita ci propone e la coscienza che facciamo parte di un immenso lavoro cui partecipa tutto il mondo, al di sopra delle situazioni politiche o di ambiente darà certo ai volontari della nuova associazione il motivo primo per chiedere l'interesse e l'aiuto di tutti.
L'incontro è finito con molte strette di mano, con promesse e con offerte che permetteranno di iniziare una campagna in tutto il territorio trentino per far conoscere l'attività e i valori della Fondazione affinché il suo non si riduca ad un compito di pochi, ma sappia accogliere attorno a sé la volontà e l'impegno di tutti. Le luci si abbassavano, i camerieri lentamente chiudevano la sala. Fuori il freddo accorciava gli ultimi saluti. Nel cielo oscuro si indovinava il profilo delle montagne coperte di neve. Un camminare veloce sulle strade, un correre a riprendere la propria macchina, un parlare sommesso e un sorriso sulle labbra di Agnese Anesi Ratti, promotrice di questa generosa campagna.
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