sabato 21 marzo 2015
Ieri leggi Augias ("Repubblica", p. 36: «Perché difendo la scuola pubblica») e ti chiedi come mai non sappia che «scuola pubblica» da 15 anni per legge della Repubblica – che non è il suo giornale! – è sia statale che paritaria, e dal 1947 – Atti della Costituente – l'art. 33 esclude finanziamenti all'"istituzione" di scuole non statali, non al loro funzionamento controllato quanto a qualità e completezza. Sprovvedutezza o malafede? Difficile la prima. Brutta sorpresa però dal "Corsera" (17/3, pp. 39/40). Titolone per Paolo Mieli, grande carriera con cura ed equilibrio di storico e precisione e passione di giornalista: «Il paradosso della Sindone».L'inizio è già conclusivo: «Quella della Sindone è una incredibile leggenda». Segue ricostruzione delle storie controverse della Sindone attuale e di altri precedenti: «dal 1204 l'Europa fu invasa da reliquie, pezzi di sindone e di sudari».Quanto alla Sindone di Torino però, storia sicura solo da circa 6 secoli, con testimoni re, principi, grandi scrittori, Papi, e discussioni senza fine. Stop! Segue sentenza netta: «…del tutto improbabile, se non impossibile l'ipotesi che la Sindone di Torino sia stata custodita dall'epoca apostolica e conservata lungo i secoli. Tutto ciò che è stato addotto a spiegare quei mille e passa anni di silenzio è nient'altro che frutto di un uso acrobatico della storia». «Leggenda»! E quindi solo falso. Conosci la serietà dell'Autore e nei giorni seguenti attendi che torni raccontando realtà concrete di "quella" Sindone: tessuto, fotografia, spettroscopia, analisi microscopica, laser, pollini, inconfondibili tracce di antichità, e fallimento di ogni spiegazione. Invece finora niente. Povero Galilei; come nel "Dialogo dei Massimi Sistemi": non si vuol neppure guardare nel cannocchiale.
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