sabato 10 febbraio 2018
In fondo la campagna elettorale ci sta riservando la possibilità di vivere un'esperienza paragonabile a quella di attraversare un gigantesco suk mediorientale, strabordante di merci d'ogni genere e prezzo.
Un'esperienza di immersione totale in un percorso straordinario di proposte, promesse, idee e altre forme di "seduzione politica", che rischia di alimentare speranze che andranno inevitabilmente deluse. Per una volta proviamo, tuttavia, a invertire la direzione suggerendo una misura semplice e a costo zero.
Nell'economia della conoscenza, le reti fisiche da una parte – strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti – e quelle virtuali dall'altra – reti tecnologiche e digitali – costituiscono insieme la "colonna vertebrale" di un Paese avanzato. Portano infatti su di sé gran parte del peso dello sviluppo e della competitività dei territori, perché hanno la capacità di determinare l'inclusione o l'esclusione di un Paese dall'orizzonte della crescita, e incidono
fortemente sulla produttività, che in Italia è praticamente ferma ai livelli del 2000.
Richiedono, inoltre, una forte regìa da parte dello Stato. Una regìa che dovrebbe essere unica, perché entrambe (reti fisiche e reti virtuali) sono caratterizzate da scarse risorse pubbliche per gli investimenti, da un processo decisionale lungo e conflittuale sia a livello centrale che locale, da un'estrema lentezza nella successiva attivazione delle risorse disponibili, dalla forte incidenza del contenzioso e della giustizia amministrativa. Sono accomunate, in conclusione, da una notevole "inefficienza" a livello di pianificazione e di gestione pubblica.
Da qui la proposta: perché non creare un Ministero delle Reti, che consenta di coordinare in un unico dicastero le competenze del Governo sulle infrastrutture fisiche e su quelli digitali? È quello che già accade in Germania. Dove il Ministero federale dei Trasporti e delle Infrastrutture Digitali (Bundesministerium für Verkehr und Digitale Infrastruktur) pianifica congiuntamente lo sviluppo dei diversi tipi di infrastrutture, con una visione d'insieme (e uno sguardo lungo) che in questo ambito sono decisivi per garantire l'efficienza e l'efficacia delle scelte di investimento. Ad esempio, già un anno e mezzo fa il Ministero tedesco annunciava un piano decennale che consentirà alla Germania entro il 2025 di entrare da protagonista nell'era della Gigabit Society. Solo un sogno per l'Italia e per gli italiani?
www.francescodelzio.it
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