mercoledì 6 gennaio 2016
A Caltagirone il presepe è anche segno dell'integrazione sociale degli ospiti della «Rems» – Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza –, le strutture nate dopo il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Gli ospiti della Rems di Caltagirone hanno realizzato e donato, infatti, un presepe in terracotta alla vicina comunità parrocchiale di Santo Pietro. Caltagirone è rinomata per la lavorazione della ceramica e per i suoi presepi. Tra le varie attività della Rems non poteva mancare, quindi, un laboratorio di ceramica. «All'inizio – spiega il responsabile della struttura Salvo Aprile – volevamo costruire un presepe dentro la Rems. Poi, visto che un gruppo di pazienti va a Messa nella chiesa di Santo Pietro, abbiamo coinvolto il parroco e chi si occupa della manutenzione della chiesa nella costruzione del presepe: loro hanno realizzato l'ambientazione, mentre i personaggi e tutto ciò che doveva essere fatto con l'argilla è stato preparato da dieci ospiti della Rems. Da questa attività è nato anche un coro che sta animando le celebrazioni durante le feste natalizie, formato da ospiti della Rems, operatori e parrocchiani».Il vicario episcopale della diocesi di Caltagirone, don Gianni Zavattieri, sottolinea l'importanza dell'esperienza: «Questo è un presepe speciale perché realizzato e donato da una comunità che vuole fare la sua parte nel percorso di cura e riabilitazione. Oggi, come allora, i testimoni privilegiati della natività di Gesù sono i più poveri e i più fragili».
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