mercoledì 16 settembre 2015
Tanti se ne sono andati, ma lui è rimasto perché «innamorato» della sua terra e delle sue montagne. Giuseppe Federici, 39 anni, è uno dei quaranta abitanti di Anzola, piccola frazione del Comune di Bedonia (Parma) in Alta Val Ceno. Fino agli anni '70 il paese aveva una scuola, un mulino, l'ufficio postale, quattro botteghe e tre osterie. L'avvento della grande industria e la vita dura di montagna, hanno portato al progressivo spopolamento del paese, oggi lasciato all'abbandono e al degrado. Proprio per fermare questa lenta ma inesorabile distruzione del borgo, Giuseppe ha deciso di restare e, con la famiglia, ha tenuto aperta l'ultima osteria e avviato un allevamento di vacche da carne. Una passione che coltiva fin da ragazzo, quando frequentava un Istituto tecnico che “sfornava” operai per le fabbriche. «Mille volte meglio la vita dura della montagna rispetto a quella dentro un capannone», racconta oggi mentre trasporta legna per il camino con l'aiuto del suo fedele mulo. Un compagno di lavoro che ha conosciuto al tempo del servizio militare nel corpo degli Alpini. Seguendo le orme del padre Vincenzo, Giuseppe ha chiesto espressamente di essere destinato alle “penne nere” e, una volta terminato l'anno della naja, è rimasto nella grande famiglia alpina, iscrivendosi all'Ana. E proprio l'Associazione nazionale alpini ha deciso di premiare la sua dedizione al territorio, assegnandogli il premio “Fedeltà alla montagna” 2015. Giunto alla 35esima edizione, gli sarà consegnato domenica durante una cerimonia organizzata a Bedonia. Che, per un giorno, si vestirà di Tricolore.
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