giovedì 9 luglio 2020
Pagine e richiami all'aldilà. È morto Ennio Morricone e ha "miracolato" tutti i giornali: pagine e pagine di elogi, ammirazione e commozione. Non solo musica! Ha vissuto amore, donazione, tenerezza di coppia e magia di sentimenti trasmessi anche con le note stupefacenti e insieme rassicuranti delle sue musiche: un coro di ammirazione e gratitudine! Leggi il suo testamento e trovi il tranquillo «arrivederci in Paradiso»! Tra tante, forse tra tutte una sola stonatura: su "Repubblica" ieri (p. 34) il regista Oliver Stone racconta imbronciato di avergli detto che non gli era piaciuta "Mission" e lui… se ne dispiacque. Ohibò! Doveva rallegrarsi del parere contrario? In fondo il nucleo quasi unico è qui: Ennio Morricone con la sua vita e con la sua morte dà appuntamento a tutti… in Paradiso. È quello del resto che si canta, o forse si cantava fino alla pandemia infernale che ci tocca, alle esequie di ogni fratello in partenza per l'ultimo viaggio. Paradiso, allora!
Ma in pagina multipla ora trovi anche qualcosa di opposto, e con sorriso lo diresti quasi… infernale. Scelgo quella del "Fatto" (7/7): «Le scuole paritarie raddoppiano. Ecco 300 milioni». Si sostiene che «l'aiuto alle scuole paritarie, come raccontano anche i numeri, sembra ancora una volta un aiuto alla Chiesa cattolica…». In realtà i numeri li dà lei stessa e dicono altro: le «scuole paritarie» non sono la Chiesa, e fanno risparmiare ogni anno miliardi di euro alle casse dello Stato. A qualcuno sfugge ancora che per legge voluta e firmata dal ministro Luigi Berlinguer, non un politico cattolico, le paritarie sono parte della scuola pubblica, e continuare a pensarle altrimenti significa essere in ritardo sulla realtà della società e delle famiglie cui innanzitutto spetta la responsabilità della scelta educativa. Inferno? No: ma almeno Purgatorio!
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