giovedì 21 giugno 2018
È stato inaugurato a Modena il Centro di accoglienza «Papa Francesco», realizzato dalla Caritas dell'arcidiocesi di Modena-Nonantola e finanziato con i fondi 8xmille della Cei all'interno del progetto «Legàmi che liberano». Nel palazzo di via dei Servi che nel '900 ospitò i padri gesuiti, nel cuore del centro storico cittadino, saranno accolti otto uomini, italiani o stranieri, senza dimora recentemente entrati in una condizione di fragilità. «Con questa opera-segno – spiega Federico Valenzano, vicedirettore della Caritas diocesana e responsabile del progetto – la Chiesa di Modena-Nonantola si vuole fare attenta a quelle povertà invisibili, che spesso non trovano le risposte più opportune, e farsi prossima aiutando le persone a recuperare le competenze relazionali necessarie al proprio benessere». La struttura, 400 metri quadrati su un unico piano, si compone di otto camere singole, una camera destinata ai volontari, un ufficio, bagni e locali di servizio, la cucina e un ampio salone, oltre ad una cappellina per la preghiera. «Al centro – prosegue Valenzano – c'è il valore dell'incontro e del legame tra persone che provengono da mondi diversi, uno spazio dove riscoprire l'importanza della relazione e della socialità». Sulla stessa linea l'arcivescovo di Modena-Nonantola Erio Castellucci, presente all'inaugurazione: «La Caritas con il suo stile indica qual è l'opera-segno che la Chiesa oggi deve portare avanti per innestare il Regno di Dio nel terreno della storia. È lo stile del seme piantato, che si sviluppa e cresce, uno stile che dà beneficio non solo a chi viene accolto, ma anche a chi accoglie».
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