venerdì 20 giugno 2014
Del maiale non si butta niente. Neanche a Gaza, dove i pescatori fanno fatica a sopravvivere perché il mare porta solo spazzatura, scarpe spaiate, pesci invendibili e perfino un anomalo maiale. L'ironia attraversa tutto il surreale film Le cochon de Gaza (Il maiale di Gaza), in Italia con il lungo titolo Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente, esordio del giornalista Sylvain Estibal, premio César (l'Oscar francese) in sala per Parthénos. Proprio lì sulla striscia di Gaza, cuore del conflitto tra israeliani e palestinesi, un maiale diventa sede di scambio e di rinascita economica per Jafaar (interpretato dall'attore Sasson Gabai, già protagonista de La banda), un povero palestinese, costretto a condividere, insieme alla moglie, la casa con alcuni miliziani. Gli equivoci sono il materiale narrativo di Estibal che crea, con uno stile inedito, una trama dove i luoghi comuni sono trattati con intelligenza e con sarcasmo, più o meno condivisibile. La folle ironia del film, in cui i kamikaze, martiri di Dio e star da fotografare, rende unica questa storia irriverente, amara, ma allo stesso tempo piena di speranza. Una commedia surreale che come una favola cerca il lieto fine.Emanuela Genovese
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