sabato 13 febbraio 2016
Difficile insegnare ai nostri giovani cosa è oggi la vita e davvero arduo e spesso inutile proporre le proprie esperienze. C'è un nuovo linguaggio che ci separa, un comportamento diverso di fronte ad ogni momento della costruzione del proprio cammino. È sparita la sicurezza del lavoro certo e la ricerca del posto fisso ed è necessario accettare di sostituirli con la competenza e con la forza di affrontare ciò che pare incertezza, che è invece la varietà, il futuro, la scoperta. Anche l'impegno quotidiano, quello che ha portato la maggioranza dei nostri padri ad una fatica ripetitiva sta cambiando. Il futuro pretende dalle nuove generazioni più inventiva personale, più coscienza di sé, maggiore interesse. Guardandoci attorno tutto questo pare non avere luogo perché siamo ancora abituati a ragionare fra le pareti domestiche, invece di usare le nostre finestre per guardare al mondo. Forse la ricerca della verità, alla quale ci ha condannato la nostra esistenza, ci porta a studiare altri universi, come pare ci suggeriscano gli studiosi nelle loro ultime scoperte. L'animo umano ha possibilità immense di pensiero, di fantasia, quasi una luminosità autonoma che lo porta ad affrontare anche profonde delusioni, senza tuttavia perdere il coraggio e l'ansia del conoscere il proprio futuro. Non permettiamo alle personali difficoltà quotidiane di cancellare la meraviglia dell'essere, anche se ci appare al di fuori del nostro breve confine. Aiutiamo i nostri giovani ad alzare gli occhi al di sopra del breve cerchio che li circonda per guardare all'orizzonte, vasto e profondo, che ci viene offerto dalla presenza stessa dalla nascita di ogni cosa che ci spinge a tessere la tela della nostra vita. Facciamo loro conoscere la preziosità del proprio esistere che va accolto come un dono anche quando è fatto di sofferenza e di incomprensione. Regaliamo ai più poveri lo sguardo alto della condivisione, agli ammalati senza speranza le mani calde della nostra fede. A chi ha finito la propria vita di lavoro e si sente messo da parte quasi senza valore, ricordiamo che ognuno di noi ha aiutato a crescere il mondo nelle sue diversità con lo studio e il sapere offerto e poi regalato, o solo con un atto di perdono, con un pensiero di pace. Si mantiene la dignità della propria esistenza quando si è fatto il bene perché è il bene, come dice papa Francesco, senza aspettare riconoscenza. Allora la preghiera del mattino sarà un grazie per l'eternità.
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