sabato 3 marzo 2012
Ieri su "Repubblica" (p. 40: "Quelle offese ai CC invitano a riflettere") lettera di Guido Viale – per Malpelo noto in negativo, e molto, per imprese politico-culturali di vario genere – e inizio singolare: «Voglio esprimere la mia solidarietà al manifestante no Tav che dileggiava un carabiniere che ha subito quella irrisione senza reagire…». Strano? Tenendo conto di tante performance del firmatario, nel passato, tra anarchia, rivoluzioni pretese ed ecologismi radicaloidi, davvero no. Di lui sul "Catalogo dei viventi" (Marsilio ed., p. 1756) leggo addirittura che «il Sessantotto, più che trovarlo pronto, viene in buona parte da lui provocato». Delirio, elogio o accusa? A piacere… Ebbene, proprio lì sotto leggo "L'Amaca" di Michele Serra: «La cosa che dovrebbe preoccupare i cosiddetti antagonisti (se qualcosa potesse preoccuparli) è il sempre più frequente paragone con gli ultras da stadio». Non basta: «il bullismo (fin troppo sottolineato: si tratta appena di un untorello) del manifestante che fronteggia il carabiniere appartiene ad una cultura… assai più da stadio che da manifestazione politica». Insomma: in pagina, sopra "solidarietà" esibita e sotto una frustata di saggezza responsabile. Dietro gli elogi di Viale si trova un certo nulla anarcoide, apparentato con tanta cultura di morte – quella che per esempio in questi giorni presenta l'infanticidio come un
«aborto post-natale», "progressista" e "democratico" – che nel caso viene bollata da Serra come «bullismo da stadio». Per poter sperare che si vada avanti nel bene comune, meglio stavolta Serra! In ogni caso la strada è ancora lunga, e chiede più di una rivoluzione: molte conversioni, culturali e politiche…
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