domenica 18 ottobre 2015
Da Giulio Cesare fino a Napoleone, c'è chi ha varcato quella frontiera in cerca di gloria militare. E nei secoli, è stato pure un continuo viavai di pellegrini, umanisti, antiquari e migranti d'ogni tipo, compresi gli orsanti, che dall'Appennino portavano faticosamente la propria fiera alla catena fino ai lontani mercati gallici. E adesso, al caleidoscopio di motivi per varcare le Alpi fra Italia e Francia, se ne aggiunge uno legato a una nuova speranza: quella che l'Europa, dopo aver fatto la pace, impari pure ogni giorno a costruire un futuro di pace.A partire dall'anno prossimo, un migliaio di giovani dei due Paesi potranno prestare servizio civile al di là delle Alpi, su decisione dei due governi, con un forte impulso di Roma. I sottosegretari Sandro Gozi (Affari europei) e Luigi Bobba (Lavoro) hanno appena siglato a Parigi un accordo con i loro omologhi, nel quadro di un progetto pilota che coinvolgerà il mondo associativo, compreso quello per l'accoglienza dei rifugiati, così come la rete dei gemellaggi italo-francesi fra comuni.Con un occhio rivolto ai “giovani particolarmente svantaggiati”, i due Paesi “condividono la stessa volontà di dare una dimensione europea al servizio civile”. Se l'estensione ai 28 membri Ue resta per ora solo un auspicio, Roma e Parigi progettano assieme “un vero e proprio Erasmus del servizio civile come via per la costruzione di una sentita cittadinanza europea”.
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