sabato 7 febbraio 2009
Legione illustre: dilettanti volontariamente falsari o misteriosamente ciechi? Sbalorditivo su "Repubblica" (24/1, p. 1) il Direttore: per lui "il cittadino medico" che dissente da un progetto o legge dello Stato, e nel caso è d'accordo con la Chiesa, in realtà "obietta in nome di una terza identità - suprema - quella di cattolico, non in nome della sua coscienza". E non vale, per Mauro, perché in Italia l'unica coscienza libera degna di ascolto è quella che contraddice ogni posizione della Chiesa! Ecco: i cattolici, come tali, sempre cittadini di seconda classe. Andrebbe negato loro il diritto di voto"E la follia dilaga. Sulla "Stampa" (19/1, intera pagina 31) c'è il sempre eccitato "laico combattivo" Michele Ainis: "Santa Padrona Chiesa". Per lui - alla lettera - "il Vaticano tiene in pugno lo Stato italiano" e la Chiesa "ha due mani, una aperta per chiedere quattrini, l'altra svolazzante per suonare ceffoni in faccia alla politica". Sintesi forse azzardata per 2000 anni di storia, ma egli aggiunge una sua allegra confusione tra "la veste inconsutile" di Cristo di cui parla il Vangelo ed "un perizoma per coprire le nudità". Eccolo: davvero nudo, e sul banco degli"Ainis! Era il due. Ecco il tre illustre: Sergio Romano sul "Corsera" (22/1, p. 55) scrive che in teoria sbaglia chi confonde la Cei col Vaticano e perciò nega ai vescovi il diritto di opinione sulle cose italiane, ma in pratica ha ragione, perché "non è facile immaginare che la Cei possa autonomamente adottare posizioni" diverse dal Vaticano. E già: la Cei ha ragione solo se e quando dissente dal Papa. Un bel trio!
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