mercoledì 20 giugno 2012
Se Augias non si occupasse di religione a Malpelo mancherebbe tanto, ma lui ci guadagnerebbe. Sabato p.es. ("Repubblica", p. 32) bacchettava persino Vito Mancuso, reo di aver scritto che «non si vive di sola scienza», ma "tirando" Einstein dalla parte della religione. Augias invece è sicuro: per Einstein tutte le religioni, a partire dalla ebraica, sono «un insieme di leggende infantili». Falso! Ci vorrebbe una paginata. Qui qualche briciola: «La scienza contrariamente a un'opinione diffusa non elimina Dio. La fisica deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo». (Holdon, "The Advancement of Science…", Cambridge Un. Press, N. Y. 1986, p. 91). Ancora: «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio» (Einstein, "His Life and Universe", Simon & Schuster, 2008, p. 27). Lei accetta il Gesù storico? «Senza dubbio. Nessun mito può essere riempito da una tale vita» (Int. sul "The Saturday Evening Post", 26/10/1929).E sulla Chiesa cattolica? Ci torniamo su…
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