sabato 16 luglio 2016
Nell'oratorio della Basilica di Sant'Ambrogio, cuore della milanesità, ieri si è svolto un torneo di calcio al coro di #WelcomeRefugees. Quattro squadre miste, composte da richiedenti asilo giunti in Italia nei mesi scorsi e ragazzi della vicina Università Cattolica e di altri atenei.Sono i giovani della Comunità di Sant'Egidio ad avere organizzato il torneo: «Non abbiamo inventato qualcosa di particolare – racconta il ventiquattrenne Emilio Conte, studente di storia –, ma abbiamo invitato i profughi, ospitati nei dormitori, a condividere una passione comune, appunto il calcio». Quasi tutte le settimane, Emilio non si fa mancare la partita con gli amici: «Allargare l'invito è stato semplice. Sarebbe bello se anche altri giovani organizzassero iniziative simili». È stata l'occasione per ascoltare le storie di chi scappa dalla guerra e dalla dittatura. Nel dopopartita, infatti, giocatori e tifosi hanno mangiato insieme nella sede di Sant'Egidio. «Tanti studenti – continua Emilio – hanno accolto con interesse l'invito». Vale per l'università, come per la città. Nei giorni in cui molti profughi transitano a Milano nel loro difficile viaggio verso il Nord, i milanesi hanno risposto con generosità all'appello lanciato dal Comune: in due pomeriggi della scorsa settimana hanno donato 500 scatoloni con beni di prima necessità. Vale anche per l'Europa: da un lato c'è quella dei muri e dell'ostilità, dall'altro quella di chi riempie gli scatoloni e invita i rifugiati a giocare insieme. Due idee opposte di Europa, ma entrambe vere: sta a ciascuno di noi scegliere quale contribuire a costruire.
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