mercoledì 14 aprile 2021
«Se un ragazzo lo diseduchi al gusto ne possiedi il pensiero». Questo giudizio riecheggiava lunedì sera durante una chiacchierata virtuale del Teatro Oscar-Desidera con Giacomo Poretti e Luca Doninelli, dove è stato rasserenante sentire evocare le parole «amicizia» e «sguardo», in un momento in cui si stanno perdendo queste sfaccettature della relazione. I ragazzi sono tornati a scuola e c'è chi alza le spalle pensando che non sia una priorità, ma solo un pericolo. E invece è da ammirare la preoccupazione che i nostri ragazzi possano vivere quello che gli psicologi chiamano il «confronto coi pari». Che il lockdown e la Dad hanno soffocato, lasciando sul tappeto conseguenze relazionali e perfino patologie come bulimia e anoressia, che rappresentano la negazione del gusto. Non si governa un Paese senza tenere conto di tutti i suoi aspetti: educazione, lavoro, sanità, parole chiave che viaggiano insieme. Dall'apertura delle scuole dipende poi la verifica che la curva pandemica sia in discesa, dopodiché sarà possibile la riapertura di bar e ristoranti che in queste ore sono al centro di proteste ma anche strumentalizzazioni, come tutti i fenomeni di piazza. Invece il Mio (Movimento Imprese Ospitalità) ha scelto il dialogo anziché tirare la volata al disordine. E se il ragionamento prenderà il sopravvento, si potrà anche migliorare una situazione che mostra evidenti disparità. Anche perché c'è da chiedersi, con tutta la frenesia di ricerche e di indagini date in pasto ai media, perché ancora nessuno ci dice quanti cassieri dei supermercati hanno contratto il Covid. Sono gli ambienti più sicuri del mondo, quei luoghi dove prendi un carrello magari infettato e ti porti a spasso il virus senza saperlo? E se non lo sono, allora prendiamoli a esempio di come col virus ci sia una convivenza accettabile. Detto questo, vien da chiedersi perché supermercati e autogrill vadano bene e i ristoranti no. È un appello a ragionare, intendiamoci, non una polemica. A Borgomanero Paola Bertinotti col padre Piero del ristorante Pinocchio hanno deciso di offrire caffè gratis ai volontari del vicino centro vaccinale e anche a chi fa la fila per l'inoculazione. Ed ecco riemergere le parola amicizia, ma anche gusto, relazione... e sguardo. Che tradotto significa: voglio premiare chi vaccina e chi si vaccina, perché questo è anche per me, per la mia attività, per un Paese che va guardato nella sua interezza. Sennò il particolare rischia di ucciderlo.
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