sabato 14 marzo 2015
Tutto è movimento, lo si può percepire, sotterraneo e profondo in questo indugiare nel finire d'inverno. La neve che continua a cadere ha un'altra consistenza, pesante acquosa come un frutto maturo. Gli alberi faticano a contenersi; un attimo di tregua nel maltempo e pulsano di linfe, alla vista del sole prorompono ed i rami si screpolano di gemme. Anche i sassi faticano a star fermi; abbandonati alla gravità, complice il disgelo, tendono a scivolare, occupare un'altra postazione, più in basso, godendosi lo scompiglio prodotto. Tutto risuona, materico: schianti di legno e roccia, gorgogliare d'acque; richiami, in cielo e in terra, degli animali che superata la stagione difficile: del buio, del freddo, della mancanza, contribuiscono nel generare, riproducendosi, al mistero della vita; cadenzata sul ritmo delle stagioni.Gli animali domestici, la cui vita è affidata alle cure dell'uomo, festeggiano il crescere della luce, della temperatura, con scoppi di vitalità e note di languore. Nitriti, scalpiccii, impennate, accompagnano ogni intrusione nelle scuderie ed il pelo della muta fluttua nell'aria, s'appiccica ai vestiti, alle mani, alla faccia. Una gran voglia di uscire, correre e rotolarsi; inebriarsi di un'altra primavera.
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