sabato 18 aprile 2020
Umanità. Leggo ovunque pagine che traboccano di elogi di Luis Sepulveda, scrittore e testimone di libertà rapito dal virus... Ammirazione di tanti e rimpianto di mancate letture per molti altri, tra i quali mi trovo. C'è altro: qui mercoledì (p. 28) Alice Scialoia intervista Edgar Morin, sociologo e pensatore tra società e cultura di fama mondiale, nato nel 1921. Eccolo: «Attento, sorridente, disponibile... Ti guarda negli occhi quando parla e ti ascolta.» Una bellissima conversazione. Lui alla luce dei suoi quasi 100 anni parla della realtà attuale pur carica di fattori negativi oltre il dramma del virus, ma continua: «Ogni tanto interviene un fatto gradevole e inatteso, come l'elezione di papa Francesco... Pur essendo agnostico, mi piace!». Semplice! Dall'alto di vita di un secolo, e della sua competenza, il segreto pare proprio quello della umanità cordiale, un'umanità feriale, valida ogni giorno. Dalla terra al cielo: a me torna in mente san Paolo nel suo annuncio: «Apparve la benevolenza e l'umanità del Salvatore nostro Dio» (Tit. 3,4). Benevolenza e umanità! Dal cielo alla terra, anche, e proprio a proposito di Edgar Morin ho un ricordo che resta vivo. Tanti anni fa lo incontrai in Rai per una lunga intervista radiofonica che, pur essendo in partenza da Roma, mi concesse con grande gentilezza prima nel suo albergo in viale Parioli. Infine, lo accompagnai all'aeroporto e lui mi chiese semplicemente, e sorridendo, il favore di passare a piazza Sant'Eustachio per gustare quel «caffè così buono che non trovo – disse – da nessun'altra parte nel mondo!» Umanità, saggezza, serenità. Piccoli segni, per noi di quell'altra benignità umana di cui conosciamo l'identità. In tempi di virus che falcia vite e memorie, è bello incontrare un sapiente che legge nel presente anche i segni del futuro possibile, oltre ogni barriera di estraneità cancellata dall'unica umanità.
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