domenica 7 marzo 2010
«Ha ragione il cardinale Martini: occorre un nuovo umanesimo cristiano che sappia farsi carico dei "peccati della globalizzazione"» ("Liberal", 5/3, p. 11). Stesso giorno "Riformista" (p. 21) «Le radici cristiane dell'Europa in crisi non sono in esilio»: elogio della religione del «crocifisso» che «ha unito un mondo a pezzi, risanato da S. Agostino». E ieri ancora "Riformista" (p. 19), «Una nuova Chiesa per l'Italia smarrita», su un libro di dialogo tra il vescovo Paglia e lo scrittore Scaglia «sullo stato di salute " cattivo, ndr " del nostro Paese», che propone «un ruolo concreto della Chiesa e dell'intelligenza cristiana». Di rimbalzo anche sul "Corsera" (p. 51) «L'Italia è scarica di valori. Risvegliamola dall'inerzia». Aldo Cazzullo parla con lo stesso vescovo, solidamente fedele e libero insieme, e proprio per questo capace di aprire prospettive nuove e feconde. Ebbene, Cazzullo pare meravigliato: «Lei cita molto spesso papa Ratzinger»! Già, e quindi tocca a quel vescovo ricordargli la modernità di questo Papa, discutendo insieme di cose di Chiesa, ben oltre le «cosette» più o meno frou frou che riempiono troppe pagine, già di per sé vuote. E sì: ciò che conta, non fa notizia da noi in troppe pagine. Perciò forse, con qualche malinconia leggi su "Europa" (p. 8) una lezione su «La Chiesa e la distanza dalla realtà», come se la realtà fosse solo fuori della Chiesa, ma con speranza trovi (qui ieri p. 31) «Il Concilio, Chiesa "aperta"»: dagli Stati Uniti una voce esperta segnala la stella polare del Concilio, dono grande dello Spirito Santo alla Chiesa ed al mondo. Sì: «l'umanesimo cristiano», sempre nuovo, è vivo anche oggi.
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