giovedì 27 marzo 2014
Diciamocelo: stordirsi fino a barcollare bevendo litri di birra o super alcolici è un'impresa alla portata di chiunque. Postare la prodezza su Facebook sfidando sconosciuti in vena di genialità a fare altrettanto, ormai lo sanno fare tutti. Le nek nomination, le sfide all'ultimo cicchetto che spopolano in rete e spappolano il fegato di giovani e non più giovani, qualcosa di buono lo hanno prodotto, essendo state d'ispirazione per le Cat nomination. Dove Cat sta per Catullo e dove ci si strema declamando in latino le poesie del Gaio Valerio. Davanti alla webcam i ragazzi del liceo classico “Calamo” di Ostuni si alternano in una maratona alternativamente inebriante. Un verso dopo l'altro sciorinano liriche su liriche, tramortendosi di versi. Diversi. Ma contagiosi pure loro: alla prima A, appassionata di Catullo, ha risposto una seconda riproponendo in loop i versi di Orazio. Poi è arrivato Callimaco, rigorosamente in greco, con la metrica fedelmente rispettata. Non un cimento da poco, considerato che per partecipare alla Cat nomination bisogna impegnarsi a non leggere le poesie ma a recitare a memoria la produzione dei poeti dell'antichità classica e a non far passare tra l'una e l'altra declamazione più di 24 ore, raccogliendo il testimone senza spezzare la catena virtuale. Va da sé che i professori siano entusiasti dell'iniziativa, un po' più sorprendente che anche tra i ragazzi si stia diffondendo il contagio. Non ci sono pegni, non si vince nulla. Saranno mica ubriachi?
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