sabato 20 giugno 2020
Fino a qualche decennio fa viveva, in una casa poverissima di Bombay, un omino piccolo piccolo, un venditore di sigarette, di carnagione scura e occhi di brace, che un giorno abbandonò la famiglia e tornando dopo qualche anno. Parlava pochissimo, si vestiva solo di bianco. Rispondeva solo alle domande. Nel giro di qualche mese, il mezzanino dove la gente andava sempre più a cercarlo era strapieno. E iniziarono a arrivare teologi e filosofi da tutto il mondo. Quel piccolo uomo, Sri Nisargadatta Maharaji, ascoltava nel corso degli anni le domande che gli ponevano religiosi indù, buddisti, cristiani, musulmani. Non sapendo altro che un dialetto indiano, aveva due traduttori: uno che traduceva dal suo dialetto all'hindi e poi dall'hindi all'inglese. Letteralmente analfabeta, a chi gli chiedeva di Cristo, rispondeva con commozione di Cristo, e a chi chiedeva di Buddha faceva lo stesso. E l'atteggiamento non cambiava con gli atei e tutti gli altri interlocutori. In realtà dava, alla fine, sempre la stessa risposta: «Tu sei quello». In te c'è una briciola del tuo Dio, che è assoluto, e che non ha nome ed è solo consapevolezza e amore. Non accettò mai nessuna offerta che non fosse frutta fresca. Morì poverissimo. Morì amato in tutto il mondo da ammiratori di ogni religione. O di nessuna.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: