martedì 12 settembre 2017
La speranza, si dice, che sia l'ultima a morire. E succede anche in natura. Nella zona tra le più colpite dal batterio Xylella, che sta minacciando fortemente gli ulivi pugliesi, ben 19 esemplari selvatici si sono mostrati immuni. Il patogeno non li intacca minimamente. Si tratta per la maggior parte di alberi di due storiche tipologie di specie autoctona: "Cellina di Nardò" e "Ogliarola". Come a dire che è dalle origini, dalle radici che la Puglia deve ripartire per rialzarsi dal dramma della distruzione di ulivi ultrasecolari.
Il risultato è emerso a seguito di una ricerca condotta da un imprenditore olivicolo di Gagliano del Capo, Giovanni Melcarne, in collaborazione con il Cnr di Bari e diversi agricoltori locali. Negli scorsi giorni l'ultima verifica dell'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante ad aver dato esito positivo. Erano già stati effettuati cinque controlli di monitoraggio nel corso dell'anno, che hanno confermato sempre il medesimo risultato.
I campioni portati in laboratorio provengono dalle campagne di Gallipoli, Ugento, Taviano e Nord Leccese. Per avere la certezza che queste specie di ulivo siano completamente immuni al batterio killer, occorrerà aspettare almeno un altro biennio, ma il primo grande passo è incoraggiante. Le piante non presentano neanche segni di disseccamento. Se si confermasse questa prima importante evidenza scientifica, ci sarebbe una speranza per la Puglia. La speranza di poter reimpiantare gli ulivi in zone completamente distrutte, facendole tornare produttive e belle come un tempo.
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