sabato 8 agosto 2009
Sulla "Stampa" (6/8, p. 31: "Il nemico dell'unità d'Italia") Mercedes Bresso biasima giustamente le ultime follie anarchiche leghiste, ma alla fine dice attuale il rischio del «clericalismo imperante nemico di prosperità e libertà». Giusto obiettivo generale, ma con «fissa» laicista. Più pesante lì accanto " "La pillola va giù" " Lietta Tornabuoni elogia la Ru486 deplorando che da noi «la Chiesa, che altrove ha perso la partita" ha già dato inizio a tutte le possibili pressioni negative». Per lei infatti «non si tratta affatto di ragioni di principio»: esse riguarderebbero l'aborto che in Italia già c'è dal 1978. Dunque l'opposizione della Chiesa alla Ru486 " scrive " è solo «banco di prova del potere politico" serve esclusivamente alle gerarchie, non è una bella cosa e per un governo non confessionale dovrebbe essere inaccettabile». Domanda: possibile che questi laici non siano sfiorati dal fatto che per ginecologi esperti " "Messaggero", 1/8, p. 7 " «con la Ru486 l'aborto è dieci volte più rischioso», e non credano mai che oggi qualcuno " prete o no, cattolico o ateo " possa pensare, motivando, che la Ru486 introduce una violazione patente della laica legge 194 la quale prevedeva e prevede anche la prevenzione che è stata poco attuata " e sarebbe utile dire perché e come mai " ma con la Ru486 diventa impossibile! La Ru486 è nei fatti la totale abrogazione della 194! Essa è " si può ancora dire «sarebbe»? " la vittoria postuma dei radicali di Pannella, che nel referendum del 1981 volevano questo e solo questo, ma il popolo italiano li bocciò con il 90% dei voti. E oggi? Per favore: un dubbio laico!
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