sabato 12 gennaio 2008
Tristezze: qualcuno ne ha così tante che per proiezione inconscia le vede dove non sono. A "Liberazione" ne abbondano, e perciò l'altro ieri scrivono a p. 3 che Benedetto XVI è - pardon per la citazione - "il Triste Babbano vaticano". Soave"E il motivo addotto? Nel 2003 ha detto "illuminante" un libro che discuteva la visione del mondo diffusa dalla collana di Harry Potter. È così: perduto Marx, in pausa altri cervelli, a "Liberazione" sono tutti incantati dal "maghetto". E forse è un passo avanti. Qualcuno invece alla "Stampa" è rimasto indietro di parecchio, e fa tristezza leggere - "Trent'anni di cinismo sull'aborto" - che "nel maggio 1981 non ebbero successo due referendum indetti dalle organizzazioni cattoliche per abrogare la legge 194". Dunque Marco Pannella era a capo di una "organizzazione cattolica"? La memoria balla. Ma balla anche la vista del presente se si dice che sono seguiti "trent'anni di silenzio e di inazione da parte della Chiesa". Ma come: siete in tanti, quasi tutti, a strillare sempre che la Chiesa parla troppo di "vita nascente", ha "la fissa sull'aborto", "pensa solo agli embrioni" e ora dite che per trent'anni ha taciuto e non ha fatto nulla? Una registratina servirebbe, a meno che le tristezze, proletarie o chic, o proletarie e chic insieme, non abbiano del tutto cancellato il senso del reale. E il reale è questo: la Chiesa parla e agisce e il "triste Babbano" non pare triste, anzi: attira la gente anche sorridendo ed ha appena scritto una lettera sulla speranza. Certi intellettuali guardano solo lo specchio, e la tristezza annebbia la vista.
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