mercoledì 25 novembre 2020
Matera e la sua provincia si confermano, in questo momento drammatico, capitali della cultura non solo in Europa ma in tutto il mondo sconvolto dalla pandemia. Tutto cominciò, per l'esattezza a Tricarico, nel secolo diciassettesimo quando, da Napoli, alcuni monaci carmelitani si trasferirono in Basilicata fondandovi la chiesa e il convento della Vergine del Carmelo. Quel monastero si rivela oggi il simbolo di una salvezza e di una solidarietà prodigiose. Poiché, nella tormenta, la Caritas diocesana di Tricarico, d'intesa con la Conferenza episcopale, ha dato ospitalità, nel riparo delle sue celle secolari, ai "transfughi" temporanei dalle proprie famiglie, coloro che, risultati positivi al virus, dovevano necessariamente allontanarsi dai propri cari, pena la possibilità di trasmettere il contagio. Così, dalla primavera scorsa, i frati carmelitani hanno salvato dalla disperazione e dal possibile diffondersi del Covid ben settantasei nuclei familiari, garantendo inoltre ai "positivi" una permanenza serena nell'attesa che la quarantena si esaurisse. E se cultura vuol dire soprattutto solidarietà con "gli altri" (direbbe Michele Prisco, di cui si ricorda il centenario della nascita), bisogna riconoscere che, nel sud d'Italia, essa ha brillato anche per la Caritas diocesana di Tricarico.
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