mercoledì 12 maggio 2010
Quasi tregua ieri in pagina laica su pedofilia e dintorni, e su "Liberal" (p. 11) saggi pensieri di Luigi Accattoli su Benedetto XVI che a tutta «la Chiesa» dice: «sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati vediamo come sia necessario far penitenza». Tregua, dunque, saggia e opportuna in molte pagine. Due eccezioni: fronti opposti, ma convergenti. Sul "Fatto" (p. 8: «Il cardinale (Schönborn) attacca Sodano, ma l'obiettivo è il futuro conclave», e sul "Foglio" (p. 4: «Schönborn, spettacolo e strategia». Nel primo il discorso esplicito è ribadito dal sottotitolo: «Le parole di Schönborn si rivolgono al dopo Ratzinger» (sic!). Il secondo, ricco di circonlocuzioni sapienti, traccia un panorama ecclesiale di beghe presunte e problemi veri, squaderna scenari di nomi che vanno e vengono tra Curia e mondo, ma poi finisce indicando che in realtà «lo spettacolo» descritto è «forse strategia». Insomma: idem come sopra. Certi colleghi la sanno più lunga, già vedono il «dopo», anzi ci sono già e perciò affibbiano a tutti i loro pensieri. Mah... Finito? No. Terza eccezione. Sul "Manifesto" (p. 10) da firma che tiene da 40 anni a dirsi «cattolica» un giudizio secco: «Chiesa, dall'alto nessuna speranza di cambiamento»! Sicuro che la Chiesa si salva «dal basso», e cioè la può salvare solo chi pensa come l'autore. Che dire? Nel Vangelo Gesù insegna sempre ai suoi ad attendere la salvezza "dall'alto", indicando lo Spirito Santo. Qualcuno lo ha già sostituito? Manie di grandezza"
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI