martedì 31 dicembre 2002
Eccessi. Da lontananza o da vicinanza. A Natale Giovanni Paolo II ripete il suo accorato appello per la pace, e i giornali riportano: "Il Papa: con l'impegno di tutti la guerra si può evitare"("La Stampa", 27/12). Passa un giorno, ed ecco sul "Foglio" lo "strillo" in prima pagina: "Truppe cristiane contro la guerra, preferiscono gli interessi ai principi". E' il lancio di un editoriale che ripete, tra l'ironico e l'infastidito: "Le truppe papiste e antipapiste sono in manovra convergente contro i venti di guerra"" Loro, al "Foglio", questi cristiani - cattolici, protestanti, ortodossi - li capiscono e un po' li compatiscono, perché quelli ancora pensano al "peccato originale", ma sorridono comprensivi e vanno avanti con "la logica della buona politica", anche se "i costi ci saranno, e saranno alti". Ciao, Papa! Ciao, cristiani tutti, in nome del realismo. Lontananza vera. C'è anche una lontananza che approfitta. Stesso giorno, su "Liberazione", a proposito di indulto, squillo in prima pagina: "La Chiesa intera si mobilita". Esagerazione interessata, da lontananza parassita. Ultima, ma non minore, l'esagerazione da vicinanza, che si appropria di tutto. Stesso giorno, sul "Giornale", intero pezzo con questo titolo: "Irak: Stati Uniti in difesa del Cristianesimo e della democrazia". Quindi il Papa è contro Bush che però vuol difendere il Cristianesimo dall'Islàm! Il Papa non capisce né il Cristianesimo né l'Islàm, e "Il Giornale" gli fa ripetizione, con la speranza di colmare il "debito formativo": del Papa e della Chiesa intera! Forse è troppo. Buona fine d'anno!
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