venerdì 14 novembre 2014
Vi ricordate dei Capuleti e dei Montecchi, della "guerra di bande" che i giovani delle due famiglie (figli e affiliati e servi) si facevano tra loro e in cui ad andarci di mezzo furono Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, che avevano il torto di piacersi e di amarsi? Questa storia, già raccontata prima di Shakespeare, che prese spunto da un racconto del nostro Bandello, che a sua volta l'aveva preso da altri in un "plagio" senza fine, si è ripetuta in varianti infinite. Ricordo dei Romeo e Giulietta arabi e turchi, un romanzo degli anni quaranta di Lillian Smith con l'amore impossibile tra bianchi e neri, Frutto proibito, una commedia newyorkese con lui ebreo e lei irlandese, un'altra versione ambientata tra montanari che divenne un film; varianti francesi, svizzere (Romeo e Giulietta al villaggio, un capolavoro di Gottfried Keller), tedesche di guerra, ceche, balcaniche (anche recenti) eccetera. È decisamente una delle storie più raccontate, ma ha assunto presto una connotazione etnica o religiosa invece che di scontri tra famiglie o classi di appartenenza, e in questa chiave la versione più nota resta il musical West Side Story, guerra tra giovani immigrati.Quanti Romeo e Giulietta si nasconderanno nel presente italiano? Credo tanti e nelle combinazioni più diverse, tra italiani e stranieri, come appena ieri tra italiani settentrionali e meridionali, e tra stranieri tra loro. Mi stupisce che nessun romanziere o regista o autore di fiction non ci sia saltato sopra con la solita rapidità da avvoltoi che ha la cultura di massa, ma forse mi sbaglio, e qualcuno l'ha già fatto. Invece si parla in questi giorni di altri scontri: quelli che riguardano giovani italiani e giovani zingari, giovani di sinistra e di destra, giovani stranieri di etnie diverse. Sui giornali si parla spesso, e stavolta giustamente, di "guerre tra poveri" che non sanno riconoscere un nemico comune, che pure esiste, e lottare insieme per difendersi. Un nemico che ha nome, a seconda dei casi (o delle opzioni politiche): Potere, Borghesia o, oggi, Finanza. E così come la storia di Romeo e Giulietta è finita migliaia di volte in morte, così può accadere a giovani coetanei dei due veronesi, che attribuiscono gli uni agli altri la responsabilità del loro star male. La storia d'Italia ne è piena, e il grande Umberto Saba diceva che solo il nostro Paese aveva come mito originario non un parricidio, ma un fratricidio: Romolo e Remo - più che Caino e Abele, non il bene e il male, ma due mali, la prepotenza di un fratello su un altro, l'attribuzione del proprio disagio a un vicino invece che a chi, da lontano, decide davvero del presente e del futuro. È molto triste che questo si ripeta in questi giorni e che sia probabilmente destinato a ripetersi tante altre volte...
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