domenica 12 ottobre 2008
Troppe pagine irreali, da noi. Da anni leggiamo che il nostro Paese è davvero sfortunato, destino tutto suo e solo suo, perché l'Italia subisce una vera e propria dittatura, culturale, politica, giuridica e istituzionale, e nei fatti è una "dependance" del Vaticano! Musica continua scritta e sentita: "Repubblica", "Unità", "Liberazione" e "Manifesto" sempre, talora echeggiati anche da "Corsera", "Stampa", "Messaggero", "Giornale", "Libero" e via scendendo, fino ai vertici ossessivi di "Radio Radicale": "Interferenza clericale", "Papa oscurantista e prepotente", "Vaticano assetato solo di 'roba' e potere"! Chi legge questa rubrica sa che non si tratta di cose generiche.
Alla lettera, un testo di 3 anni orsono, e uno di tre giorni orsono: «Benedetto XVI: si deve imporre la fede allo Stato!» ("L'Unità"); «È il caso dell'Italia: le decisioni di legge sono la traduzione immediata e diretta di precetti e norme derivanti dalla fede" Questa è violenza» ("La Repubblica"). E l'ossessione porta a falsi ripetuti e mai corretti. Clamoroso quello che dura dal 24 giugno 2005: il presidente Ciampi accogliendo al Quirinale Benedetto XVI parlò anche di "laicità dello Stato", e da allora si scrive che lui "aveva replicato" alle pretese del Papa clericale. Oggi su tutti i giornali leggo echi dell'ampia intervista a "L'Osservatore Romano", in cui il presidente Napolitano elogia la «vitalità del rapporto tra laici e cattolici» e parla di «potenzialità di collaborazione» tra Stato e Chiesa ancora da «sviluppare» e «mettere a frutto». È cieco, il Presidente? O lo sono e lo restano certi giornali?
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