venerdì 6 febbraio 2015
Tra Caracas e Roma c'è un ponte di 8.354 chilometri di solidarietà. È un percorso costruito con pazienza e professionalità dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù della città eterna, dalla Simon Bolivar Foundation e da diversi organismi di volontariato. A percorrere questo ideale ponte sono i bambini venezuelani che lottano contro malattie temibili, come quelle del sangue, e che, da poco più di due anni, possono beneficiare delle cure ad alta specializzazione nel Dipartimento di Oncoematologia del nosocomio della Santa Sede. È già accaduto con 26 piccoli pazienti che sono stati sottoposti, con successo, a un trapianto di midollo.Ma oltre a curare occorre formare. Ecco perché l'accordo tra il Bambino Gesù e la Bolivar Foundation prevede anche periodi di studio a Roma per il personale medico e infermieristico venezuelano e anche l'organizzazione di corsi di formazione residenziale direttamente in Venezuela. Ieri una delegazione della fondazione sudamericana ha visitato il Dipartimento dell'ospedale romano. Oggi sarà in una delle case di accoglienza dove vengono ospitate le famiglie dei bambini venezuelani ricoverati. Il "ponte" che guarda a Caracas non è l'unico. Il "Sistema Bambino Gesù" opera dall'Albania alla Cambogia, dalla Palestina al Vietnam, e poi in Tanzania, Haiti, Cile, Macedonia... Grazie a questa rete, a un avanzato centro trapianti, a un costante investimento nella ricerca, e al milione di prestazioni annue offerte a bimbi e ragazzi, il Bambino Gesù è oggi il più grande polo pediatrico in Europa. E un erogatore inesauribile di solidarietà.
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