sabato 9 maggio 2015
Leggi come se “filassi”, verbo filare. Ieri “Il Fatto”: «Abbiamo perso la fratellanza». David von Reybrouck inizia: «Dalla rivoluzione del 1789 Fraternité è uno dei valori cardine della Repubblica francese» e poi evoca il «Tutti gli uomini diventano fratelli» di Beethoven, ma resta che «abbiamo perso la fratellanza». Quel «diventare» ci ha fatto smettere di dire «siamo fratelli» e ci siamo trovati in cerca di un «padre». Già nel 1959 il sociologo Mitscherlich annunciava «una società senza padre». Se «fratelli» non si nasce il... “fatto” è che la vita rende difficile «diventarlo», e all'incirca dai tempi di quel “1789” senti anche dire «homo homini lupus»! Essere fratelli è un dato: puoi negarlo, ma è una base. Diventare fratelli è un'impresa: ci puoi provare, ma poi i fatti dicono che «abbiamo perso». Primo “filo” in pagina, e come per caso ne trovi un altro. Su “Vatican Insider” Domenico Agasso per l'omelia di Francesco (6/5) sulla concretezza dell'amore cristiano davvero «fraterno» perché non solo il Padre c'è, ma offrendo il Figlio ci ha fatti tutti «figli» suoi, quindi davvero «fratelli»: un “filo” che ti ricorda nientemeno il Totò di «Signori si nasce, non si diventa. E io lo nacqui!». Sì: fratelli si nasce, e perciò «perdere» la fraternità è davvero un guaio. Altro filo per caso, sempre ieri qui (p. 21) «Riscoprire la fraternità… A Perugia il Laboratorio verso Firenze 2015»! Fraternità: bell'intreccio, e per niente astratto. Stesso giorno a S. Marta elogio della concretezza dell'amore che viene da Dio: chi ama davvero non si isola mai, anche se «sepolto vivo» come una monaca contemplativa. Il “filo” ti ricorda Teresa di Lisieux. Pur malatissima, camminava a fatica. Le dicono di riposare e risponde: cammino per alleviare la fatica di un missionario che non ce la fa più! Fraternità vera.
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