sabato 13 novembre 2021
Il rapper Fedez registra un curioso dominio: fedezelezioni2023.it, e molti quotidiani la considerano notizia degna di nota (le prossime citazioni sono tutte dell'11/11). Intanto, quanto è difficile essere originali. "Giornale" e "Libero" titolano in coro: «Ci mancava solo Fedez», che è pure la prima frase dell'articolo di Elena G. Polidori sul "QN" (ovvero "Resto del Carlino", "Nazione e "Giorno"). E per tutti la domanda è la stessa del titolo del breve inquadrato del "Corriere": «Sfida politica o spot?», perché Fedez ha in uscita un disco e con la moglie una serie tv. Anche Concetto Vecchio sulla "Repubblica" ci gira attorno: «Uno sberleffo situazionista? Oppure davvero ci pensa (…). Resta da capire a cosa ambisce». A noi è chiaro: desidera che se ne parli, e sta accadendo. Scrive Stefano Zurlo sul "Giornale": «Marketing & politica: Fedez porta, forse, i suoi follower fin dentro le urne». Non ha torto nell'usare la "e commerciale": la politica ormai sembra marketing e il marketing politica. «Certo – prosegue Zurlo – l'artista milanese fa politica a suo modo da tempo e lui e la moglie, i Ferragnez, sono la coppia mediatica più in vista d'Italia». Soprattutto, tutti quei like sono potere, i Ferragnez detengono potere e ci sta che annusino l'aria per capire se questo potere, oltre ad arricchirli indicibilmente, possa avere una ricaduta alle urne. Che poi, che gliene importerà mai ai Ferragnez, prospera azienda, di farsi partito? Lucido il commento di Annalisa Cuzzocrea sulla "Stampa" (titolo: «Il partito di Fedez»). Politica o spot? «La domanda è un'altra: dov'è la differenza? In quale angolo dello spazio pubblico risiede ancora la distinzione tra un cantante che usa i suoi social per diffondere messaggi in cui crede, e contemporaneamente promuovere se stesso, e politici che con Facebook, Twitter, Instagram, perfino Tik Tok fanno assolutamente lo stesso». Non rimane che cercar di capire; e forse non c'è niente di nuovo da capire.
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