sabato 21 marzo 2015
Tre libri di successo, al vertice delle classifiche; letti a spizzichi saltando qua e là con avidità, tralasciando molto ma ritrovando sempre le giuste parole, la frase che cattura l'attenzione e risveglia interessi già nutriti altrove. Da tenere a portata di mano, da leggere e rileggere, farne motivo di riflessione al di là dell'artificio letterario e del suo piacere.Diverse le prospettive in cui muovono i protagonisti ma un solo orizzonte coniugato in ambito urbano: Parigi o Gerusalemme, città che hanno profondamente segnato, e continuano a rimarcare, la condizione umana; tra Parigi e Gerusalemme, ovvio, stanno la Grecia e Roma, mai eludibili nemmeno quando non direttamente in causa. È lo spazio della cristianità: della sua origine, del suo tumultuoso sviluppo, della sua relativizzazione ed accantonamento.Se alla fine del secondo millennio una idealità, che relegava ad un passato sempre più remoto ogni intromissione religiosa nella quotidianità e nel destino dell'uomo, blandiva l'Europa, è bastato un decennio, agli albori del terzo, per segnare sul campo un radicale riposizionamento di Dio e del divino. Uno spazio geografico e storico che si voleva affrancato e nullo risulta prorompente, invaso ed occupato e non si riesce, non si è in grado, di farsene ragione.
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