sabato 9 febbraio 2019
Oggi, qui, sul tema “Mani Pulite”, ma quasi in allegria e senza pensare al passato della politica. Infatti, tra vita e persino liturgia basta il presente. Giovedì su “Libero” (p. 1 e int.) una fiera raccomandazione: «Non scambiatevi segni di pace! Perché in chiesa non do la mano a nessuno». Una circolare, quasi “enciclica” personale ove una collega ci spiega come i pericoli del contatto siano ovunque, e in particolare in chiesa al momento dello scambio di pace: milioni di germi infetti, sporcizia attaccata alle dita, fazzoletti appena rimessi in tasca...
Mai dunque: per carità! In chiesa ovviamente, dove dal testo parrebbe che il termine da usare se si dà la mano sia un singolare «Piacere mio» (sic!), ma anche altrove, perché ogni «maniglia», di ogni porta, è sicuramente carica di siluri per la salute. E allora sempre e ovunque niente strette di mano a costo – persino – di apparire maleducati! Proclama di allarme. Ne prendi atto, ma... siamo messi davvero male! Infatti per singolare coincidenza stesso giorno, su “Il Giornale” (p. 16. Attualità“) uno «Studio»: «Tutti pazzi per l'igiene. Così sentirsi puliti diventa una malattia». Igiene dunque fonte di paura... E non è finita!
Sempre ieri (“Corsera”, Cronaca di Roma, p. 1) un titolone: «A Termini le bici dei Rider. Ma l'igiene?». Il testo racconta di «topi, blatte e addirittura deiezioni» ovunque, nell'atrio. Panorama sconfortante. Ma per fortuna anche qualche sorriso che – igiene a parte – la dice lunga sui tempi che viviamo. Sempre ieri sulla prima del “Corsera” Massimo Gramellini ci fa sapere che un politico consigliere di partito in carica ha voluto comunicare ai suoi fan e possibili elettori, con orgoglio per la solennità della cosa, di essersi scattato un selfie a Ferrara sulla tomba del «Dottor Torquato Tasso», il grande poeta, che però non era «Dottore», ed è sepolto a Roma.
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