sabato 12 dicembre 2015
I paradossi ingannando le attese negano l'ovvio. Tema Giubileo martedì 8, giorno d'apertura a San Pietro, sul "Manifesto" trovi Bia Sarasini («La misericordia non cerca i riflettori») che parla proprio di «paradossi». Il primo, non ovvio, è che questo Giubileo non si è aperto a Roma, ma a Bangui, e la cosa pare già dimenticata da troppi (anche se non da tutti). Il secondo è che nei titoli dei giornali «Questo Giubileo è già un flop... perché le prenotazioni diminuiscono», e anche le presenze. E Sarasini domanda: «Ma è questo il metro di misura per valutare l'evento che vuole aprire i cuori al perdono e alla compassione?». E già! Il Papa ha aperto a Bangui, e tanti se lo dimenticano. Lui dice che non è necessario venire a Roma, e mette le cose in modo conseguente in tutte le Chiese locali, ma la cosa non entra in testa a chi ne scrive e ha il compito di informare. C'è anche un terzo paradosso, per Sarasini: quello della sicurezza. Lui non vuole essere difeso in modo speciale, come sempre, ma piazza San Pietro è blindata e il cielo di Roma è «no fly zone». Ebbene: dei tre questo è l'unico vero di cui prendere atto, unico giustificato dalla realtà. E per altro certi paradossi sono vera sorpresa. Ecco per esempio ("Foglio", 9/12, p. 2) leggi che oggi «per ascoltare sull'invasione islamica le ragionevoli parole» del cardinale Biffi «in anni ormai lontani, tocca ascoltare Donald Trump». Beh! Scrivono che Trump non riconosce «prossimo», e allora la memoria del cardinale Biffi non merita l'offesa. E in proposito i paradossi non finiscono qui. In occasione della sua morte, ancora "Il Foglio" (13/7, p. 1) con questo titolone: «Addio al cardinal Biffi, formidabile crociato anticonformista di una chiesa che non c'è più». Puoi pensarlo, certo – è libertà! – ma davvero «la Chiesa» del cardinale Biffi «non c'è più»? Pesantino...
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