giovedì 25 settembre 2008
Conosco e stimo i valdesi incontrati e ascoltati anche come maestri da più di 30 anni nei molti convegni del Segretariato di Azione ecumenica. Su invito del pastore Ermanno Genre a metà anni '70 ho preso parte al primo incontro su fede cristiana e omosessualità al Centro Agape in Val Pellice, ma ieri, leggendo su "Repubblica" " p. 51: "Nell'enclave dei valdesi" " Franco Marcoaldi, che solo ora ha scoperto quel mondo, un po' ho sorriso della sua estasiata incompetente estraneità e un po' mi hanno ferito le parole davvero poco ecumeniche dei massimi esponenti della Chiesa valdese, almeno come riportate da lui. La prima al massimo livello di autorità: «Prosegue il nostro sforzo ecumenico, a dispetto di una Chiesa cattolica e di un Papa che spesso e volentieri sembrano marciare in direzione opposta». «A dispetto»! Battuta pesantina" Altra voce: «Non v'è dubbio che sull'unità" si assista a una battuta d'arresto. Come potrebbe essere altrimenti, con un Papa preoccupato dal connubio trono-altare e dalla ben nota formula "extra ecclesia (sic! Ndr) nulla salus"? Al contrario noi crediamo che la salvezza non pertiene alla Chiesa, ma a Cristo». Sicuro, il pastore, che il Papa pensi che la salvezza «non pertiene a Cristo»? Ultima parola, altro pastore, ma confidenziale: «La persistente arroganza confessionale della Chiesa cattolica ha frenato e di molto la mia spinta ecumenica». Un pastore "frenato", nella sua piccola o grande "spinta", dall'arroganza della Chiesa cattolica! E Marcoaldi estasiato: su "incarico" di "Repubblica" ascolta parole caricate e finisce in caricatura. Di ambedue le Chiese!
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