giovedì 23 febbraio 2012
Morbo aviario ieri in pagina… Su "Libero" (p. 1) il "Corvo del Vaticano" si vanta "cattolico" e sotto anonimato bécca i datori di lavoro e tutta la realtà ecclesiale, spalleggiato lì e in tv dall'Augias, in tema da sempre onnipresente, giudice avverso unico. Brutta faccia e brutta compagnia! Sempre "Libero" (p. 8) un'altra firma bécca chi sostiene l'incompatibilità della fede cattolica con egoismi separatisti e xenofobi. Sillogismo: comandando «Ama il prossimo tuo… Gesù ci ha chiesto di amare una persona, non due o tre continenti». Bella trovata! E su "Repubblica" (p. 30) ancora Augias scandalizzato bécca Vaticano e Chiesa, per lui sempre la stessa cosa. Noi italiani – sostiene – «dovremmo preoccuparci se uno Stato che si dichiara ispirato alla divinità» (sic! Gran teologia, vero?) non riesce a risolvere, o a consentire che si risolvano vicende oscure degli ultimi anni: truffe e delitti rimasti impuniti e misteriosi. Beh! Sorprende che la "predica" laica sia fatta in nome dell'italianità. In fatto di vicende oscure impunite, e misteriosissime, gli ultimi decenni italiani traboccano… E allora? Allora certi "corvi", ovunque mordano col loro becco, appaiono sfuggenti, e se anonimi anche vili. Sono furbi e intelligenti agli occhi di certo mondo? Certo. Perciò non meritano neppure l'encomio deluso di Brecht per coloro cui si è «insegnato ad essere onesti, perché non sono intelligenti». Ultimo scampolo di becchime… Su "Repubblica" (pp. 56-57: "Il ritorno del panteismo") Vito Mancuso sembra contento perché un noto personaggio pare rifiutare Dio, ma non si accorge che, nel caso, quel "dio rifiutato" è neppure lontano parente del Dio della fede in Gesù Cristo. Anche lui bécca a vuoto. È l'aviaria…
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