sabato 3 dicembre 2016
Ieri titolo (“Italia Oggi”, p. 18): «Gianni Gennari (Avvenire) merita comprensione». Il collega D'Anna replica al lupus (1/12) ove ricordavo che sempre su “Italia Oggi” diceva che “tutti” dimenticano che solo l'intervento a sorpresa di papa Giovanni ottenne il ritiro dei missili sovietici da Cuba e scongiurò la guerra nucleare. Ma proprio D'Anna, malignamente o innocentemente concludeva – testuale – che proprio quell'intervento papale «permise a Castro di restare in sella per quasi 50 anni». Ha letto D'Anna, sulla sua «sella», e imbizzarrito accusa Gennari (e “Avvenire”) di «peccato e scorrettezza». Rileggo, ma sono costretto a ribadire che la sua è nei fatti un'accusa a papa Giovanni: grazie a lui, quindi per colpa sua, la dittatura castrista è durata fino a oggi, mentre sarebbe stata subito eliminata dalla guerra imminente. E dunque? Dunque quel titolo di D'Anna è proprio... giusto: Gennari (e “Avvenire”) «merita(no) comprensione», e nel caso non l'hanno avuta. Malinteso incosciente, come scritto l'altro ieri, quindi incolpevole. Del resto proprio a D'Anna, e proprio ieri (lì, p. 12), va riconosciuto che mostra di aver «compreso» benissimo fin dal titolo che papa Francesco «non ha rotto proprio nulla» con san Giovanni Paolo II in materia di dottrina sull'aborto. Un merito, a differenza di quanti – anche ecclesiastici eminenti – insistono nel chiedere «chiarezza» a Francesco con «dubbi» che – come qui ieri (p. 21) giustamente afferma il vescovo Marcello Semeraro e spiega l'esperto collega Luciano Moia – «Il Papa ha già chiarito». Il guaio è che per qualcuno, anche uomo di Chiesa, il Papa è Papa solo se e quando dice le cose che piacciono a lui, e per riconoscere chiarezza pretende che il Papa sia d'accordo con lui. Per chiudere, sempre ieri su “Italia Oggi” nel titolone: «Karol Woytila...» ecc. Almeno dal 1978, la grafia ben compresa è «Wojtyla»!
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