martedì 7 settembre 2004
De Gasperi beato? No! Né religioso, né metaforico. Sul "Giornale" (4/9) Stefano Lorenzetto ricorda "le bustarelle" che - teste l'ex segretario Psdi Mario Tanassi - "la Dc raccoglieva" anche per i partiti alleati. Averle accettate per finanziare la politica è una macchia indelebile. Anche Giuseppe Tamburrano dice il suo no in senso laico sull'"Unità" (31/8): "Beatificare De Gasperi, proprio noi?" Quello operò per "la restaurazione del capitalismo e il servilismo verso l'America"! E noi - orgoglioso il professore - contro allora e anche ora: niente beatificazione metaforica! Che dire? Tra parentesi: Malpelo ragazzino ebbe la fortuna di incontrare talora Alcide De Gasperi sulla terrazza di casa, a via delle Fornaci, mentre "giocava" con le figlie" Ecco una replica ai due opposti "no". A Lorenzetto: si può dimenticare che allora la politica reale non era per il prevalere di una corrente Dc sull'altra, o di De Mita contro Craxi, ma per impedire che l'Italia facesse, sotto Stalin, la fine reale di altri paesi disgraziati? Quelle "bustarelle", dall'America o da altri, non erano "tangenti sporche", ma aiuti necessari come lo furono il piano Marshall e le vivande che arrivavano attraverso la Poa: così l'Italia sopravvisse alla fame e salvò anche la sua libertà. E il prof. Tamburrano ricorda chi era Stalin? Il suo beneamato Nenni, premio Lenin, solo dopo 15 anni capì che De Gasperi aveva ragione e Togliatti torto. E infatti egli stesso scrive che solo "dopo" ha conosciuto "cosa era il socialismo reale". De Gasperi lo aveva capito prima. Va messo dietro la lavagna! Anche gli storici, senza senso storico, fanno danni.
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