domenica 31 maggio 2009
Bella sorpresa. Ieri in Rassegna Stampa della Camera dei Deputati per la prima volta - a mia memoria - trovo riprodotta tra le prime pagine anche quella di "Avvenire". Segno di "sana laicità"? Se merito del "nuovo" Fini, un plauso al Presidente. Speriamo non sia un "unicum". A proposito: bel segno sarebbe trovare nelle librerie cosiddette laiche anche i libri di editori cattolici. L'inverso è da sempre, ma si sa: dicono che da noi "i laici cercano il dialogo". Nel settore, solo allo specchio! Una prova? Venerdì su "Avvenire" (p. 28) l'autorevolissima voce del p. George Coyne, gesuita e astronomo di fama mondiale: "Il caso Galileo è chiuso, guardiamo oltre!" Con la richiesta esplicita e solenne di perdono da parte di Giovanni Paolo II e con i documenti della Commissione presieduta dal card. Poupard la questione non è più di carattere teorico, circa i rapporti tra fede e scienza, ma solo storico, e occorre, a prescindere da Galileo, "continuare a costruire un dialogo proficuo tra scienza e fede". Ignorato altrove! Eppure p. Coyne è stato più volte citato e utilizzato dai nostri giornaloni laici, anche per polemizzare con la Santa Sede, quando faceva comodo. Ora niente! Già: come farebbero altrimenti certi nostri dilettanti allo sbaraglio mediatico, televisivo e librario, a dire e scrivere " non faccio nomi, ma qui i lettori li leggono da anni " che credere è solo "infantile superstizione" e che chiunque è credente e cristiano, sia esso Dante Alighieri o p. Coyne, in fin dei conti è " pur con rispetto laico giocoso " un "cretino"? Già: finirebbe lo show, che invece deve continuare.
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