Tra barocco e modernità le mistiche «Passioni» di Homilius
domenica 24 febbraio 2008
Se i manuali di storia della musica sembrano dedicare ancora scarsa attenzione al compositore sassone Gottfried August Homilius (1714-1785), il mondo discografico pare invece individuare in lui una figura di primario interesse per ricostruire la fisionomia musicale nella Germania del XVIII secolo, anello di congiunzione tra l'estetica tardo-barocca e l'innesto di forme e linguaggi "moderni" già aperti verso stilemi di stampo galante e classicistico. Sono infatti ben due gli album «in prima registrazione assoluta» che l'etichetta Carus (distribuita da Jupiter) ha dedicato ad altrettante partiture che rappresentano il vertice creativo di un autore assai prolifico " il suo catalogo conta oltre 60 mottetti, 180 cantate, 11 oratori, 4 Magnificat e più di 200 corali per organo " e tenuto in alta stima dai suoi contemporanei (come testimoniano le oltre 1.400 copie manoscritte dei suoi lavori disseminate per il territorio tedesco lungo tutto il Settecento).
Homilius nacque a Rosenthal e, se si eccettua una breve parentesi in quel di Lipsia " durante la quale è data per certa la sua frequentazione con il sommo Bach ", legò la sua attività professionale quasi esclusivamente a Dresda, dove ricoprì i ruoli dapprima di organista titolare alla Frauenkirche e di "Kantor" presso la Kreuzkirche e poi di "Director musices" per le tre maggiori chiese della città. In tale ambito sono nate la Johannespassion (incisa in un doppio cd da Roderich Kreile alla guida del Kammerchor e dalla Barockorchester di Dresda) e soprattutto la "Passionskantate" Ein Lämmlein geht und trägt die Schuld der Welt ("Un piccolo agnello si accinge a portare su di sé le colpe del mondo"), pagina di notevole spessore artistico e profondità spirituale; l'interpretazione offerta dai complessi Basler Madrigalisten e Neue Düsseldorfer Hofmusik sotto la direzione di Fritz Näf riporta alla luce il magistero compositivo di Homilius, sapientemente edificato pietra dopo pietra sulla drammatica forza incisiva dei recitativi, sulla grazia arrendevole delle arie solistiche, ma in modo particolare sulla capacità di immedesimazione e introspezione psicologica che caratterizza gli episodi corali, espressione viva della comunione dei fedeli commossa di fronte sacrificio di Cristo.
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