martedì 30 settembre 2008
Pagine banali o complicate, ambedue fragili. È la stampa, bellezza! Cominciamo dalle prime. Ieri su "La Stampa" (p. 1: "Il neonato dribbla la scomunica") uno sconclusionato pezzo da dilettanti allo sbaraglio che, addirittura a due mani, vuol raccontare una scomunica definita "ab aeternum" " prodigiosa coppia di errore di latino e di contraddizione in termini " che colpirebbe una famiglia di Pecetto, nel torinese, fin dal 1233 e con tracce nel 1571. Il racconto non sta in piedi, sia in sé, sia perché nero su bianco proclama e ripete che «dal Vaticano assicurano che le scomuniche "ab aeternum" non valgono più». E allora? Vuoto in pagina riempito da vuoto di cultura. Prossima al genere, per l'eccitazione con cui racconta l'evento come novità assoluta, sul "Corsera" (p. 22) la cronaca di una "Messa all'Ipermercato". Tu parli con qualsiasi parroco di città e te ne racconta cento! È la stampa, bellezza" Per le pagine complesse, ma furbette, si segnala, ancora "Corsera" (26/9, p. 53: "Il nulla che unisce Dio e Darwin"). Emanuele Severino che solenne proclama: "Disegno intelligente ed evoluzione sono entrambi figli del divenire e del caso"! Niente Darwin, niente Dio, ma Democrito col suo "caso" e annessi vari. Leggi e, a parte il fatto che in realtà Democrito col termine "caso" indicava il movimento degli atomi nel vuoto, trovi la solita acrobazia di pensiero arrampicato su se stesso, tra filosofia e scienza, Dio e nulla, potenza e atto, e ti viene in mente " ancora senza offesa " la famosa definizione di Victor Hugo: «Il caso è una zuppa fatta dai furbi, ma solo gli sciocchi la mangiano».
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