sabato 11 novembre 2017
Discorsi diversi: 1. Sul “Foglio” (4/11, pp. 1 e ss.) «Appello ai Siciliani». Il giorno dopo questi vanno al voto e il testo analizza il presente dell'Isola elencandone via via i problemi concreti: «il sistema forestale», «la realtà dell'agricoltura», «l'industrializzazione», per poi invocare con forza «una formazione di tecnici, studiosi, specializzati, costino quello che costino, invece di tenere due o tremila impiegati più o meno senza titolo nei vari dicasteri che ha il piacere di creare a getto continuo. Ne tenga solo mille, ma (…) solo così la Regione vincerà». Attualissimo, con evidenza immediata. Eppure il testo è del 1959, e l'autore è don Luigi Sturzo, che anche per questa Sicilia (e per l'Italia di oggi), dice ancora tanto, si potrebbe dire tutto se si prova a ragionare sulla “politica reale” comunque e da qualunque prospettiva la si guardi. Attualità bruciante! E annoto che il lungo testo finisce citando le prime parole del Vangelo di Giovanni. Già! È attuale, il Vangelo? 2. Comunque, stesso “Foglio”, andando avanti trovo un'altra paginata intera: «Europa nelle tenebre». Partendo dalla lezione di un altro grande maestro di spirito, Benedetto Croce, quello del «Perché non possiamo non dirci cristiani», Giuseppe Bedeschi mostra una carrellata di giudizi, stavolta sulla realtà europea, con al centro sempre e comunque la realtà del cristianesimo, affermato o criticato da storici e filosofi, ma perennemente davanti ad ogni intelligenza, per ostile che sia… E qui, tra grandi nomi – Chabod, Febvre, Guizot, Machiavelli, ecc. – trovi Hegel che insegna agli uomini come «identificarsi con la figura del Cristo, con la sua incarnazione-morte-resurrezione», e persino il grande “nemico”, Voltaire, per il quale «tre cose agiscono nello spirito degli uomini: il clima, il governo e la religione». Bel Colpo!
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