venerdì 18 dicembre 2009
Una notizia e una mezza notizia. Cose buone dal mondo del calcio. Da non credere. E infatti a qualcuno non vanno giù. La notizia: Francesco Totti e la Roma ancora 5 anni insieme. Il capitano giallorosso ha prolungato il contratto fino al giugno del 2014. Guadagnerà 4 milioni e mezzo netti in questa stagione e 4,3 milioni per ciascuna delle successive. Rosella Sensi ha ereditato dal grande papà la Roma con molti problemi e un impegno: premiare il Capitano per la sua vita in giallorosso garantendogli la permanenza nell'ambito dell'area tecnico-sportiva al termine della carriera. «Il sogno si avvera. Vivilo con me», ha scritto Totti sul suo sito Internet. Un invito e uno slogan dedicati - io credo - ai suoi tifosi più giovani, i tantissimi Tottini impegnati a Roma e dintorni nei primi calci, anche nella sua scuola. Agli altri, soprattutto a quei fans "traditori" che un giorno non lontano osarono restituirgli la maglia che lui gli aveva lanciato perchè «troppo ricco in una povera Roma», non resta che rosicare. Troppi soldi a un solo campione mentre la società è afflitta da una forte crisi economica? Be', trovate un altro pedatore capace di rinunciare a una carriera internazionale garantita, restando praticamente vent'anni nella Roma in cui entrò tredicenne figlio del popolo, giocando oltre 555 partite, segnando circa 190 gol, vincendo un solo scudetto e qualche Coppa, soffrendo mille dolori e godendo la gioia più grande nel 2006 diventando Campione del Mondo. Nel frattempo, da Pupone a Gladiatore, da scapolone a marito e papà felice. Sempre più sereno, sempre più spiritoso. Addirittura ironico nel calcio che non conosce ironia. Ed ecco la mezza notizia che se diventerà vera racconterà un'altra storia di grande fedeltà, di eterno amore nonostante una breve fuga in Canada: riguarda Roberto Bettega, prossimo a rientrare alla Juve in veste di dirigente tecnico dopo che nel 2007, pur uscendo indenne da Calciopoli (era l'innocente della Triade), fu "pensionato", forse in attesa che una sentenza lo liberasse da ogni ombra, e la sentenza è appena arrivata con l'assoluzione di Juve e Triade dall'accusa di falso in bilancio. Roberto - detto "Penna Bianca" - indossò la maglia bianconera nelle giovanili poi, dopo un anno in prestito al Varese, a 20 anni arrivò in prima squadra diventando uno dei grandi protagonisti nella storia della Vecchia Signora («un grande campione, un simbolo», ha detto di lui Giampiero Boniperti): in 13 anni, 326 partite, 129 gol, una presenza importante in Nazionale (42 partite e 19 gol) ma anche tanta sfortuna che ferì la sua carriera e gli fece perdere il Mondiale dell'82. Campione di razza, uomo di fascino, gran borghese, non è mai stato un mostro di simpatia ma sicuramente il più amato dal grande popolo juventino. Che lo rivuole in Juve per sempre in uno dei momenti più difficili della storia bianconera. Totti ha realizzato il suo sogno, Bettega spera di uscire dall'incubo. Sarebbe bello poter smentire il detto che non ci sono più le mezze stagioni e le Bandiere.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI