venerdì 31 ottobre 2014
Tra le rovine di Pompei, il cosiddetto Quadriportico dei teatri non è forse la più illustre, ma è certo fra le meglio conservate. Ci testimonia, fra l'altro, un'applicazione architettonica da manuale del "Canone Vitruviano", per il rispetto che mostra nella ricerca delle proporzioni e della simmetria fra gli elementi dell'opera realizzata. Ora poi, grazie al tardivo ma comunque encomiabile scrupolo di coscienza di un'anziana donna canadese di Montreal (con origini italiane), potrà arricchirsi di un piccolo ma non banale dettaglio ornamentale che gli mancava da mezzo secolo. Si tratta di un'antefissa - elemento in terracotta che veniva posto sulla sommità della trabeazione dei tetti o delle gronde - che la signora in questione trafugò nel 1964, durante il suo viaggio di nozze, infilandolo destramente nella borsa e portandoselo a casa come souvenir. Saranno state le notizie che, da allora in poi, hanno a più riprese fatto conoscere al mondo la lamentevole situazione del nostro invidiatissimo sito. Oppure sarà semplicemente il rimorso soffocato per decenni e infine risultato incontenibile. Fatto sta che qualche tempo fa dalla capitale del Québec è giunta alle nostre autorità la notizia che il frammento pompeiano era pronto per la restituzione e il ritorno al suo posto. La colpevole è venuta di persona a consegnare il maltolto, dichiarandosi pentita per il suo gesto. Il quale, aldilà dell'ovvia prescrizione penale del reato dovuta al trascorrere del tempo, merita comunque indulgenza.
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