giovedì 12 aprile 2018
«E sul finire... io tocco». Non è il sigillo-stoccata del “Cyrano” di Rostand, ma il “Gioite e rallegratevi” di papa Francesco che ha “toccato” a sorpresa quasi tutte le pagine, e il “quasi” c'è solo per poche bande di malmostosi che non hanno mai digerito sia il Vaticano II sia il 99% del pontificato di Paolo VI e da 5 anni continuano a disprezzare il Successore di Pietro. Tra tanti un bel “tocco” a sorpresa è offerto da Roberto Pazzi (“La Nazione”, 10/4, p. 7: «Gli eroi normali») così: «Le parole di Francesco invitano a concepire questa visione alta della vita – cioè la santità – partendo dal basso, dalla vita quotidiana (...) in cui ognuno si trova ad operare (...). Non quindi imitazioni di canoni superomistici, né soggezioni a icone della santità che rimproverino la nostra piccolezza» e «non più statue che ci schiacciano per l'inadeguatezza. I santi tornano a riguardarci». È tutto! La vita dei Santi veri è normale, quotidiana, semplice. Dio infatti si è fatto uomo, l'Amore infinito si è abbassato fino a noi, non per strapparci alla quotidianità, ma per insegnarci ad amare: e niente altro! Pensare la santità come sforzo prometeico che porti l'uomo a pretendere di scalare mondo e Cielo è rifiuto della salvezza vera, quotidiana, semplice, del resto quella di Colui che si è abbassato fino a noi (Fil. 2) e quella di Maria che (Vat. II, Ap. Act. 4) «viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro». Per Tonino Bello Lei è «Donna del quotidiano», per Teresa di Lisieux «più madre che regina». I Santi o sono “del quotidiano” o sono falsi. San Filippo Neri quando sente che il Papa manda qualcuno per farlo cardinale si fa trovare nel cortile che gioca con i ragazzi: pericolo scampato! E Gemma Galgani, “la povera Gemma”: ieri è stato il 115esimo anniversario del suo ingresso nell'Eterno già vissuto ogni giorno nella quotidianità. Il messaggio “tocca” davvero!
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