sabato 18 novembre 2017
Ieri (“OR”): “Curare senza accanimento”. Dal Papa la posizione della Chiesa sul “fine vita” con richiamo ad un testo di Pio XII del 1957 e riconferma di attualità. E allora? Dopo 60 anni, pagine con una serie di meraviglie, come se una cosa del genere non fosse mai successa. Verifico... Qui negli anni se ne è parlato almeno 35 volte, e sempre con la stessa posizione: curare senza accanimento! La “cura” dice presenza, affetto, assistenza, sostegno, amicizia, delicatezza. Il rifiuto dell'accanimento dice umanità, buon senso, prudenza responsabile. E ieri sul “Fatto” (p. 16) un titolo provocatorio: «Il Papa ai medici (e alla Chiesa): basta giochini su chi muore». Perfetto! Salvo quella parentesi malignetta, e impropria. I «giochini» non li fa «la Chiesa» se, come scritto nero su bianco, dal tempo di Pio XII la posizione è quella. Può averli fatti, talvolta, anche qualche uomo di Chiesa, ma non è cosa di oggi. Tra l'altro in tema di Chiesa e pagine la ricorrenza di «giochini» anche stupidi e offensivi è cosa di ogni giorno. Tra i peggiori di recente uno su “Libero” (11/11, p. 1): «No fumo in Vaticano, meglio i pedofili». Che vergogna! Dal provvedimento per il quale non si venderanno mai più sigarette, nocive alla salute di tutti, si passa sghignazzando al dramma della pedofilia, come se l'impegno della Chiesa, oggi, fosse nel primo caso forte e risolutivo, mente nel secondo ridotto a sottovalutazione e addirittura complicità! E per caso sul fumo in questi giorni un altro «giochino», ma voluto e garbato: su “Repubblica” (11/11, p. 33): «Se il Papa dorme mentre prega». Stefano Bartezzaghi leggero su una dichiarazione di Francesco che pregando talora si addormenta, e lo fa col «giochino» di una celebre barzelletta: mentre si prega non si può fumare, ma mentre si fuma si può sempre pregare!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI