venerdì 14 luglio 2017
Un padre, e una figlia. «Figlia mia cara, come sabbia al sole sei d'oro… Sei mia… Come mi assomigli, la rabbia, la mia stessa malinconia…» È il 1994, quando Angelo Branduardi scrive Tenera nemica: mettendo a nudo sentimenti che tutti i padri, prima o poi, hanno provato. E che non sono sempre facili come quelli messi in musica dal cantautore. Perché i figli, si sa, crescono. «Tu, figlia, piccola mia luna, misteriosa per me…» Cambiano, i figli. «Sorrisi, ed improvvise lacrime. Silenzi, e sguardi ostinati. E allegria…» I figli possono persino ferire, malgrado lo facciano senza davvero volerlo. «Prepotente e fragile, tenera nemica, sconosciuta…» Coi genitori i figli d'improvviso si aprono: ma poi subito si richiudono, dentro un mondo tutto inesorabilmente loro. «Mi parli, fiumi di parole… E poi segreti…» Ai genitori resta solo l'immaginazione, per cercare di capire sogni, speranze, timori dei loro cuccioli. Finché arriva un giorno diverso, da sempre atteso eppure mai immaginato, e quel giorno un vero padre può soltanto dire, o cantare, certe parole. Le parole del coraggio di chi sa amare i figli sino in fondo. «Mia cara, prendi le mie ali e vola… Vola lontano, lontano da me».
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