martedì 25 ottobre 2016
Li aspettavo al varco, i tecnomani del calcio, quelli che del pallone hanno un'idea, come dire? professionale, speculativa, ché se fossero veri appassionati non avrebbero mai invocato la moviola in campo e altri strumenti. Non avevo dubbi che prima o poi - anzi prestissimo - sarebbero crollate le certezze sulla Infallibilità ch'è stata giustamente negata agli arbitri e invece attribuita a macchinette costosissime e fallibilissime soprattutto perché affidate, alla fin fine, a umani imperfetti, tali da sollecitate l'antico quesito satirico: «Qui custodiet custodes? Chi controllerà i controllori?» Vorrei prenderla più sul ridere. Mi assiste anche uno sghignazzo breriano dedicato al nostro amico Biscardi che dal Settantotto invocava disperatamente la moviola in campo: «Aldo, quel giorno hai finito di lavorare!». E il Rosso, più furbo, di noi, sempre, faceva finta di nulla, proprio come finge entusiasmo oggi: sempre dalla parte dell'audience, lui; sapeva già - come me, utilizzato in trasmissione da bastian contrario - che la moviola in campo non avrebbe mai detto la verità; e se questa mai venisse miracolosamente sancita, il calcio ne morirebbe; alla faccia del politicamente corretto che infetta d'ipocrisia tante cose, preso com'è dalla forma, raramente dalla sostanza. I fallimenti? Quello di San Siro (gol verace di Pjanic negato alla Juve) un errore di uomini - Rizzoli non nuovo - tuttavia tentati d'essere migliori delle macchinette. Ne ha approfittato solo la Juve facendo un figurone con i fischietti, giustamente ritenuti fallibili, che ha solo mugugnato senza fare storie ufficiali; in altri luoghi sarebbero nate risse verbali infinite, sommosse popolari; Galliani, che all'annullamento del gol ha gioito come faceva prima dei cinesi, alla fine avrà capito di aver solo fatto pari col gol non gol di Muntari ch'era gol anche per Buffon quando ancora non faceva l'oratore prodigio; e ancora dibattiti da social sull'ingiustizia; ma cosa dire di un danno alla Juve se pur la Signora ne tace? A Genova Marassi, luogo dato all'unico derby civilissimo, vissuto in antiche atmosfere british, degno di un saggio (illustrato) di Desmond Morris, la macchinetta del non gol ( detta Goal Line Technology, mangiasoldi britannica) ha toppato malamente, riconoscendo valido un gol, visibilmente fuori a occhio nudo, sugli strumenti da polso di cinque dei sei arbitri, escluso il titolare della partita, l'ottimo Tagliavento, che per fortuna ha deciso secondo verità, vanificando una possibile rissa fra genoani e sampdoriani che avrebbe rovinato il derby. La Lega Calcio che, d'accordo con Tavecchio, ha adottato la GLT (Gillette o Gilletti?) ha spiegato che si è trattato di una sorta di cortocircuito del meccanismo. E a Empoli? Meglio sorvolare: lì la GLT ha negato un gol valido al Chievo. Machissenefrega dei provinciali. Morale della favola: uno dei più grandi arbitri del passato, Jonni di Macerata, un giorno mi disse: «L'arbitro è il padrone della partita, può anche ascoltare i collaboratori, ma deciderà da solo».
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